mercoledì 7 settembre 2016

"RIPENSARE STENDHAL" a Roma, 16 giugno 2016 - di gogo


RIPENSARE STENDHAL,

o la bulimia dell'artista.



Ne scrivo con grande ritardo, ma quest' estate è stata strana. Sembrava non arrivare mai e poi, improvvisamente, pareva che fosse già passata, per ricominciare dopo un po' di giorni più accanita che mai. Succede allora, quand’è così, che la testa, il corpo si illanguidiscono e non riescono a star dietro a niente. Rischi di dimenticare ogni cosa il giorno dopo. Anche le cose belle.
L'incontro "Ripensare Stendhal", presso la meravigliosa biblioteca della Fondazione Primoli, in via Zanardelli e con affaccio sul Tevere, è stata una di quelle. L'occasione era la presentazione, di Journaux et Papiers di Stendhal, a cura di Marie-Rose Corredor, Cécile Meynard e Hélène de Jacquelot, e Idées Italiennes sur quelques tableaux cèlébres, di Abraham Constantin/Stendhal, a cura di Sandra Teroni e Hèléne de Jacquelot. Vale a dire, soltanto una parte  dei documenti stendhaliani posseduti dalla Bibliothèque Municipale di Grenoble (BMG), e una delle tappe della paziente ricerca iniziata negli anni novanta all'interno di un progetto di trascrizione  di tutti i manoscritti stendhaliani, in collaborazione con l’Università di Grenoble. Grazie a quel progetto e al programma di digitalizzazione dei documenti, conclusosi nel 2009, si è  poi creata una piattaforma per la consultazione pubblica dei materiali, tuttora in via di ampliamento (www.manuscrits-de-stendhal.org).
 La mole dei manoscritti di Stendhal è enorme e preziosa anche per la varietà dei testi che vanno, come ha raccontato Francesco Spandri, relatore all’incontro,  “dalle grandi opere postume ai meno prestigiosi ma pur sempre rilevantissimi agglomerati di scritture eterogenee”. Quest’ ampiezza di materiali a disposizione, questi  “inusitati documenti in parte diaristici e in parte sfuggenti e poco classificabili”, “che gettano […] un’inedita luce sulla genesi di un’opera e di una soggettività letteraria”, permetterà di elaborare una riflessione consapevole in vista di una futura edizione critica a stampa di Stendhal. E i Journaux et Papiers  sono un unicum, secondo Genette, proprio nell’essere così eterogenei.
Stendhal, scrittore bulimico per de Jacquelot, scriveva appunti, idee, progetti su tutto, su qualsiasi spazio bianco a disposizione, così che i Diari, i Pensieri o i tanti documenti dai mille titoli, fondamentalmente sono simili nella loro diversità. Merita sicuramente una visita il sito www.manuscrits-de-stendhal.org e viaggiare tra le sue tante pagine sarà un’esperienza davvero nuova.
 Dopo il 2021 saranno pubblicati altri tre volumi. Materiale dunque quasi infinito, anche se alcuni appunti sono andati perduti.[1] L’enorme mole di abbozzi, inventari, frammenti e annotazioni che compongono i manoscritti non offre la felice spontaneità dei suoi romanzi, ovvero “l’informe non diviene arte” - secondo Francesco Spandri che  nota la non facile leggibilità dei testi dei Journaux et Papiers, sebbene le curatrici abbiano offerto una Presentazione articolata, una Nota sul testo, presentazioni a ciascuna delle tre parti,  oltre a numerose note esplicative e informative, e, infine, gli indici. Viene sottolineato, inoltre, l'enorme lavoro di traduzione di tutto il materiale, traduzione per scelta fedele e senza abbellimenti[2].
Insomma, un corposo volume di quasi settecento pagine d’interesse e di importanza indiscutibile. Perché in questi appunti ci sono lavori e pensieri non destinati alla pubblicazione ma che ci aiutano a scoprire uno Stendhal come di un tutto da prendere in blocco, senza distinzioni (Genette).Dunque, i Journaux et Papiers sono preziosi e rivoluzionari: ciò che conta è la scoperta di un nuovo potenziale di conoscenza attraverso i pensieri, i marginalia, le annotazioni disseminate ovunque, oltre ai diari, e perfino agli appunti di Stendhal adolescente a scuola da lui stesso conservati.
Le prime parole del diario di Henry Beyle (Stendhal) sono una dichiarazione d’intenti: scrivere liberamente, senza badare alla forma. In realtà, come ha chiarito de Jacquelot, questo era piuttosto un atteggiamento e Stendhal spesso copiava in bella i suoi scritti più volte. La riscrittura pare essere, infatti, un metodo piuttosto abituale per Stendhal e assai simile, nella sua ripetitività, al modo di godimento delle opere d’arte consigliato e adottato dallo stesso autore. Di questo ultimo aspetto ha parlato il poeta e francesista Valerio Magrelli, presente all’incontro, presentando le  Idées italiennes, scritte da Stendhal in collaborazione con l’amico artista Abraham Constantin.
  Le  Idées italiennes sur quelques tableaux célèbres, una specie di breve storia della Pittura italiana e un racconto di passeggiate ‘artistiche’ romane,  furono pubblicate a Firenze nel 1840 con il solo nome di Constantin in copertina, ma comparvero poi su molte edizioni delle opere complete di Stendhal senza il nome dell’artista amico. Questa nuova edizione, grazie ai documenti conservati nella Biblioteca di Grenoble, agli archivi Vieusseux di Firenze  e ad altri materiali inediti del Fonds Constantin de la Bibliothèque de Genève, ci offre anche le fasi di realizzazione del manoscritto originario ( correzioni[3], aggiunte, alleggerimenti, riformulazioni, talvolta censure, etc ) fino alla correzione delle bozze[4]. Da cui si capisce che il libro fu costruito in fasi di successivi montaggi. Tutto ad opera di Stendhal, che  esprime liberamente le sue idee su Roma, sulla pittura italiana e sulla necessità per turisti e visitatori stranieri di seguire un metodo di educazione visiva.
 Su cosa si basa il modo stendhaliano di godere delle opere d’arte? Ripetizione, ovvero rivedere la stessa opera più volte, e durata del tempo di contemplazione dell’opera. Pare che Stendhal confessi di aver visitato la Galleria Doria Pamphili almeno duemila volte, e perché l’arte del vedere possa svilupparsi nei lettori  delle Idées italiennes sur quelques tableaux célèbres accanto ad ogni opera descritta[5] consiglia la durata ottimale di visione.  Il giudizio estetico è una facoltà che non si può insegnare, ma migliorare secondo Stendhal attraverso il godimento di molti esempi secondo la tempistica e le modalità suggerite dall’Autore stesso[6].
Buon Stendhal!
(Gogo 2016) 




[1] Durante la permanenza a Milano, lo scrittore cominciò a temere di essere accusato di Carboneria e, lasciata la città, iniziò a scrivere le sue annotazioni non più sui Journaux ma sui libri. Al margine delle pagine .
[2]  Per esempio: sono state corrette le maiuscole dopo il punto e fatte altre piccole ripuliture richieste dagli editori. (H. de Jacquelot)
[3] Il francese di Constantin presentava errori e imperfezioni. (S.Teroni)
[4] Le indicazioni al tipografo formano un faldone di 462 fogli scritti a mano.(S.Teroni)
[5][5] La narrazione dell’opera è utile per entrare in contatto con l’opera e Stendhal aggiunge anche dei commenti ‘birichini’ alle sue. (S.Teroni)
[6] e.g prima della Pittura abituarsi a ‘vedere’ gli affreschi, visitando dapprima il Vaticano, poi le gallerie, i palazzi e infine le chiese; scegliere le opere e confrontarle; operare un’osservazione prolungata e ravvicinata, tipica del copista; etc.(S.Teroni)


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